La Psicoterapia
Sedute individuali, di coppia, familiari
Interventi mirati per problemi di:
Ansia
Con la premessa che non esiste una definizione dell’ansia universalmente condivisa, la descriviamo pragmaticamente come uno stato psicologico di consapevole e intensa preoccupazione verso stimoli interni o esterni, che vengono avvertiti come spiacevoli e potenzialmente dannosi. La persona ansiosa vive una costante sensazione di allarme, generale o specifica, tale da indurre l’aspettativa di futuri eventi negativi anche in assenza di pericoli reali. Diversamente dalla “paura fisiologica”, l’ansia patologica è una risposta disadattiva ad una fonte di stress, che induce l’organismo a sviluppare un’ampia gamma di sintomi psico-fisici di tensione e sofferenza, tra i quali i più frequenti sono agitazione psicomotoria, irritabilità, tachicardia, tremori, sudorazione, palpitazioni, respiro corto, sensazione di costrizione, insonnia, nausea, alterazioni dell’appetito, cefalea, dolori addominali o toracici.... continua a leggere
Attacco di Panico — DAP
Il Disturbo da Attacco di Panico – DAP, è uno dei disturbi di ansia che si esprime con uno stato di paura talmente acuta ed improvvisa da essere vissuta come vero e proprio terrore. Il disagio non dura oltre mezz’ora e raggiunge il suo culmine dopo circa dieci minuti, in cui si presentano in maniera intensa i sintomi tipici dell’ansia quali palpitazioni, sudorazione, tremori, respiro corto, sensazione di asfissia, dolori toracici e/o addominali, nausea, formicolii, vampate o brividi, ma anche sensazione di perdita di controllo dei pensieri e delle azioni, di stare per impazzire o di morire, derealizzazione (realtà esterna percepita strana e artefatta) o depersonalizzazione (distacco dal proprio corpo), vertigini, instabilità e sbandamento, iper/ipotensione, paralisi motoria. Queste crisi possono lasciare nella persona un senso di sgomento e di “paura della paura” tale da indurla ad un comportamento di “evitamento” delle situazioni potenzialmente ansiogene, il che può generare l’instaurarsi di fobie tra le quali la più frequente è l'Agorafobia ovvero la paura degli spazi aperti.... continua a leggere
Fobie
La Fobia è una immediata e persistente repulsione per situazioni, oggetti, persone, attività, animali o idee che limita l'autonomia della persona nello svolgimento delle normali attività di vita, in quanto la costringe ad allontanarsi ed a evitare lo stimolo fobico, pur se questo non rappresenta una reale minaccia. Il soggetto adulto riconosce l’irrazionalità del suo sentire e l’eccesso della reazione, mentre tale consapevolezza è assente nel bambino. L’impossibilità di sottrarsi allo stimolo fobico determina il rapido presentarsi di ansia che può acutizzarsi e trasformarsi in panico con perdita di controllo psico-motorio). Le fobie hanno i contenuti più svariati, tre le più frequenti: Zoofobia - paura degli animali in genere, più spesso presente in forma specifica verso gli insetti (Entomofobia), i ragni (Aracnofobia), i topi (Musofobia), i serpenti (Ofidiofobia), i cani (Cinofobia); Sociofobia o Fobia sociale - timore di essere giudicato negativamente nei contatti sociali e nelle occasioni pubbliche, spesso presente nella specifica forma della paura di parlare in pubblico (Glossofobia); Aerofobia o Aviofobia - paura di viaggiare in aereo; Agorafobia - paura degli spazi aperti; Claustrofobia - timore di restare confinato in spazi chiusi o ristretti; Acrofobia - paura delle altezze; Brontofobia - timore di mutamenti climatici e dei fenomeni meteorologici; Dismorfofobia – paura dei difetti fisici; Sessuofobia - paura dei contatti sessuali e di tutto ciò che comportano; Omofobia - paura delle persone omosessuali, di diventare omosessuale o di essere considerato tale; Patofobia - paura delle malattie, di ammalarsi, spesso presente in forme specifiche come la paura di contrarre il cancro (Carcinofobia); Tomofobia - paura dei tagli, delle operazioni chirurgiche; Emofobia – paura del sangue; Belenofobia - paura degli aghi; Toxofobia - paura di essere avvelenati; Emetofobia – paura del vomito o di vomitare; Rupofobia - paura dello sporco e di ciò che non è igienico; Xenofobia - paura di ciò che è estraneo, inteso come persona o cultura, si usa comunemente per indicare odio fanatico verso tutto ciò che è straniero; Nictofobia - paura del buio; Necrofobia o Tanatofobia - paura della morte. Ricordiamo che la fobia è un vissuto che va ben oltre la naturale e istintiva paura, che nell’uomo ha un valore fisiologico ed adattivo.... continua a leggere
Disturbo Ossessivo–Compulsivo — DOC
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo – DOC, si manifesta principalmente con pensieri ripetitivi e angoscianti associati o meno a azioni particolari che la persona si sente spinto ad eseguire e che interferiscono con le normali attività quotidiane. Le Ossessioni sono costituite da pensieri, dubbi, immagini o impulsi ricorrenti, persistenti e incontrollati che vengono percepiti come non in sintonia con l’immagine che il soggetto ha di sé stesso (egodistonia). Le Compulsioni sono comportamenti o ideazioni utilizzate come rituale stereotipato intenzionale per cercare di contrastare le ossessioni e diminuire l’ansia. L'individuo si rende conto, nella maggior parte dei casi, che le ossessioni sono frutto della propria mente e che è costretto ad eseguire i rituali per controllare l’ansia ma non riesce a liberarsi da queste coazioni senza senso apparente, sperimentando uno stato di costante e spesso intenso disagio.... continua a leggere
Depressione
La Depressione è, nella sua forma non patologica, un’esperienza affettiva universalmente condivisa dall’essere umano e che si accompagna all’evoluzione stessa dell’umanità. La descrizione dei vissuti di tristezza, malinconia, inquietudine che la persona può sperimentare nel corso dei cambiamenti significativi e degli eventi critici del proprio ciclo vitale, sono comuni all’uomo di tutte le culture e costanti nel tempo. La Depressione assume connotazione patologiche quando l’intensità, la durata nel tempo dell’umore depresso e/o l’assenza di un evento scatenante ad esso riconducibile, la convinzione di non avere vie d’uscita alla situazione di sofferenza, compromettono il funzionamento vitale del soggetto, con pesanti ripercussioni sulla qualità della vita ed in particolare sulla sfera sociale, lavorativa e cognitiva. In tal caso si è sviluppato un reale disturbo dell’umore, caratterizzato da un insieme di sintomi tra i quali ritroviamo immancabilmente una generale e profonda perdita di interessi e motivazioni (apatia) anche verso attività normalmente piacevoli (anedonia), accompagnata da un senso di mancanza di energia (astenia). Molto spesso il soggetto lamenta anche inappetenza (meno frequentemente l’aumento del senso di fame), calo o assenza di desiderio sessuale, disturbi del sonno (ipersonnia o più spesso insonnia se c’è presenza di ansia), senso di agitazione o rallentamento psicomotorio (abulia), sentimenti di autosvalutazione o di colpa, tendenza all’isolamento e all’autoabbandono, marcato negativismo sul presente e pessimismo sul futuro, difficoltà di concentrazione e di decisione, problemi di memoria, ruminazione sui propri problemi e sullo stato di malessere. Nei casi più gravi vengono riportati senso di vuoto e di impotenza estremi, che possono sfociare in pensieri suicidari in quanto la morte viene avvertita come una liberazione dalla disperazione e dall’angoscia acuta che affliggono costantemente la persona. La sintomatologia è più intensa al mattino, quando anche il risveglio è difficile e le normali attività quotidiane sono percepite come ostacoli insormontabili, con tendenza al miglioramento nel corso della giornata. Sono possibili eccezioni a questo decorso, soprattutto nelle forme depressive cronicizzate. La depressione può manifestarsi con diversi livelli di gravità e presentarsi in forma episodica, con una durata di solito compresa tra alcune settimane ed un anno, oppure avere una tendenza ciclica ed una durata superiore ai 18 mesi, per cui si diagnostica come Disturbo Depressivo. Le cause della depressione non sono del tutto chiare, l’ipotesi più accreditata è che una pluralità di fattori, genetico-biologici, psichici e ambientali, siano tra loro collegati e predispongano il soggetto a sviluppare la malattia.... continua a leggere
Disturbi del comportamento alimentare — DCA/DAP
I disturbi del comportamento alimentare – DCA ovvero disturbi alimentari psicogeni – DAP, sono centrati sull’alterazione problematica che la persona vive nel suo rapporto con il cibo, sulla ossessiva ed eccessiva preoccupazione per il proprio peso e per le forme del corpo. Questa patologia colpisce prevalentemente, ma non esclusivamente, adolescenti di sesso femminile ed è particolarmente insidiosa perché spesso non viene riconosciuta come problema oppure è tenuta nascosta a lungo, mentre i suoi effetti possono compromettere seriamente la salute di organi e apparati del corpo e, nei casi più gravi, determinare la morte del soggetto. I disturbi del comportamento alimentare sono classificati in quattro principali tipologie: l’Anoressia Nervosa – AN, la Bulimia, il Disturbo da Alimentazione incontrollata o BED (Binge Eating Disorder), altre forme non altrimenti specificate – NAS/EDNOS. Tutte le tipologie sono accomunate dalla preoccupazione costante verso il cibo, che diventa un sintomo intorno al quale la vita della persona è costretta a ruotare. Nelle varie forme possono essere presenti azioni di segno opposto che vanno dal digiuno all’ingestione incontrollata di notevoli quantità di cibo in poco tempo, dal vomito autoindotto all’assunzione impropria di lassativi e/o diuretici e all’intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso.... continua a leggere
Disturbi della sfera sessuale
Il Disturbo della sfera sessuale si manifesta attraverso una dinamica psicologica in cui idee, fantasie, comportamenti, esperienze relative alla sessualità sono vissute come problematiche, rendendo disfunzionali ed emotivamente spiacevoli situazioni e relazioni interpersonali in cui è
potenzialmente possibile l’incontro sessuale. Sono, quindi, escluse da questa definizione le malattie di competenza medica a causa organica, anche se molto spesso su queste si innestano importanti aspetti di natura psicologica, tanto da rendere inscindibili i vari aspetti, che vanno trattati come patologia mista con approccio multidisciplinare integrato. Rimanendo nell’area dei disturbi propriamente psicologici, esistono una ampia varietà di possibili cause e concause che possono alterare o impedire in modo occasionale o persistente l’esperienza sessuale, tra cui:
- non conoscere l'anatomia del corpo e la fisiologia dei genitali propri e del partner;
- aderire a credenze ideologiche, culturali o religiose che prescrivono modalità predeterminate di comportamento, inducono convinzioni preconcette e schemi cognitivi disfunzionali all’espressione psico-fisica soggettiva;
- vivere intensi sensi di colpa verso il piacere e conflitti con il corpo come fonte di piacere;
- provare ansia che porta all’incapacità di rilassarsi e abbandonarsi, sia per stress di altra origine che interferisce nell’atto sessuale (lavoro, malattie, preoccupazioni sociali ecc.) sia per eccessiva percezione della prestazione sessuale e/o timore di insuccesso;
- tensioni interpersonali con il partner;
- difficoltà a relazionarsi con l’altro sesso. La disfunzione psicosessuale può riguardare uno o più dei 4 momenti del ciclo di risposta sessuale, a cui corrispondono sia per gli uomini sia per le donne sintomatologie peculiari:
- Fase 1 - Desiderio sessuale (disturbi da calo/mancanza di attrattiva verso il sesso, che se totale è detta “avversione”);
- Fase 2 - Eccitazione sessuale (difficoltà a mantenere la tensione psicofisica soggettiva ideale per il tempo necessario al compimento dell’atto e/o l’insorgenza di stimoli dolorosi, problemi di erezione/impotenza, carenza di lubrificazione genitale, vaginismo, dispareunia);
- Fase 3 - Orgasmo (eiaculazione precoce/ritardata, anorgasmia e frigidità);
- Fase 4 - Risoluzione (alterazione del periodo refrattario, ipersessualità – ninfomania/satirismo - con ricerca continua di rapporti spesso non soddisfacenti).
Data la forte valenza morale ed etica che ha sempre connotato i discorsi sulla sessualità, è opportuno chiarire che solo il disagio dei soggetti impegnati in una relazione può determinarne una valutazione in termini di patologia. In tal senso le “Parafilie”, dette anche Perversioni o Deviazioni sessuali, sono tali solo se costringono coattivamente la persona ad una esperienza sessuale limitante ed esclusiva, potenzialmente pericolosa o dannosa per se stessi e/o altre persone, interferendo in modo rilevante con la normale vita di relazione. Le Parafilie descrivono una gamma di comportamenti impulsivi che includono, tra gli altri, il Feticismo, il Voyeurismo, il Frotteurismo, l’Esibizionismo, la Pedofilia, la Gerontofilia, il Masochismo, il Sadismo, la Pornolalia. Un ulteriore aspetto della vita sessuale che può essere vissuto in forma problematica per la persona, è il cosiddetto Disturbo dell'Identità di Genere, che per essere tale deve presentare una persistente identificazione col sesso opposto accompagnata da un intenso disagio psichico riguardante questa stessa pulsione interna.
... continua a leggere
Disturbi Evolutivi Specifici — DES
Afferiscono a quest’area i problemi che insorgono in età scolare per gli studenti che hanno difficoltà nell’acquisire alcune peculiari abilità, per cui di diagnosticano Disturbi Specifici dell’Apprendimento – DSA, oppure difficoltà nel controllo degli impulsi e del livello di attivazione psico-motoria, per cui
viene diagnosticata la Sindrome da Deficit di Attenzione/Iperattività — ADHD/DDAI.
Disturbi Specifici dell’Apprendimento — DSA
Si tratta di disturbi che interessano abilità specifiche da acquisire in età scolare e che compromettono lo sviluppo dell’autosufficienza nell'apprendimento, poiché rendono difficoltose le fondamentali attività che servono per la trasmissione della cultura, quali la lettura, la scrittura il calcolo. I disturbi specifici di apprendimento – DSA sono diagnosticati come tali se si verificano in soggetti con intelligenza, caratteristiche fisiche e mentali almeno nella norma e che posseggono la capacità di imparare. I principali disturbi specifici di apprendimento sono:
- DISLESSIA – disturbo che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente;
- DISGRAFIA – difficoltà della scrittura, in particolare nella riproduzione di segni alfabetici e numerici;
- DISCALCULIA – disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche ( riconoscimento, denominazione, scrittura dei simboli numerici, associazione numero – quantità, numerazione crescente/decrescente, risoluzione di situazioni problematiche);
- DISORTOGRAFIA – difficoltà a trasformare il linguaggio parlato in linguaggio scritto, a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici
- DISPRASSIA – difficoltà nella coordinazione e nel movimento che si configura come incapacità a compiere movimento volontari coordinati sequenzialmente in funzione di un preciso scopo.
- DISTURBO SPECIFICO DELLA COMPITAZIONE – difficoltà a suddividere le sillabe in parole, che compromette le abilità di pronunciare e scrivere correttamente le parole
- DISTURBO SPECIFICO DEL LINGUAGGIO – condizione in cui l’acquisizione delle normali abilità linguistiche è disturbata sin dai primi stadi dello sviluppo, in assenza di alterazioni neurologiche o altre anomalie (eloquio, compromissioni del sensorio, ritardo mentale, fattori ambientali).
Sindrome da Deficit dell’Attenzione/Iperattività — ADHD/DDAI
E’ un disturbo evolutivo dell’autocontrollo, in cui il soggetto è incapace di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. Possono essere coinvolte uno o più dei tre aspetti con cui si manifesta il disagio: Attenzione, Iperattività, Impulsività. L’incapacità di mantenere l’attenzione oltre brevi periodi di tempo è quasi sempre presente ed è spesso il fattore centrale di questa sindrome. Gli interessi sono sempre fugaci, l’apprendimento frammentato e parziale, il tentativo di protrarre la concentrazione provoca noia e stanchezza, l’esperienza è vissuta come caos privo di regole e criteri. L’iperattività si manifesta soprattutto con la necessità di muovere corpo e mani in continuazione, anche senza motivo, in maniera frenetica e ripetitiva. L’impulsività si concretizza principalmente nell’incapacità di trattenere l’azione spinta dai propri bisogni, ignorando le regole e senza riflettere sulle conseguenze dei propri comportamenti, spesso esplosivi ed egocentrici.
... continua a leggere
Sindromi da Stress, Dipendenze, Malattie psicosomatiche
Percorsi brevi di sostegno per il disagio psicologico
Gruppi di aiuto per adolescenti e adulti